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Salute: morbillo più letale dell’AIDS nel 2013

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Il morbillo è da tempo relegata a malattia infettiva poco pericolosa, tuttavia abbassare la guardia contro le malattie infettive è controproducente perché possono sempre presentarsi nuovi focolai infettivi più resistenti rispetto a quelli precedenti. Basti considerare la statistica pubblicata dal Washington Post relativa ai dati del Global Burden of Diseases apparsi su Lancet.

Nel solo 2013 ci sono stati oltre 82mila morti. In buona sostanza il si è rivelato più letale dell’HIV per i bambini al di sotto dei 5 anni. Dallo studio emerge anche che il morbillo è la settima causa di morte globale per i bambini al di sotto dei 5 anni, preceduta da infezioni respiratorie, malaria, diarrea, carenze nutrizionali, difetti congeniti e meningite. Recentemente c’è stato un caso anche in Europa a Berlino dove una bambina è morta di morbillo.

Tuttavia l’aumento di casi di malattie infettive che fino a pochi anni fa venivano ritenute sotto controllo o comunque non  particolarmente pericolose, potrebbe essere dovuto alla diffusione di movimenti anti-vaccino che osteggiando per l’appunto la pratica vaccinale impediscono una immunizzazione efficace verso queste patologie infettive. Nei Paesi in cui invece la vaccinazione è prassi diffusa non si osserva un aumento di casi relativi alle malattie infettive.

A tal proposito Alfredo Vilani, vicepresidente della società italiana di Pediatria così ha commentato: “I numeri parlano chiaro, il morbillo può avere conseguenze gravissime. È vero che la maggior parte dei bambini quando lo prende non sviluppa effetti gravi, ma non si può svantaggiare chi è più debole, e ha magari qualche problema che lo rende vulnerabile. È importante che tutti si proteggano, e che anche i pediatri contribuiscano a sensibilizzare le famiglie“.

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