Come rimuovere un tatuaggio, consigli per i “pentiti”

Un tatuaggio è per sempre, anzi no. Sono in continuo aumento i “pentiti” del tatuaggio, quelli che per diversi motivi vogliono rimuoverlo. Molto spesso i tatuaggi vengono fatti in giovane età, magari sull’onda di una storia d’amore o per ricordare un evento importante. Poi succede che quell’amore finisce, oppure per motivi di lavoro bisogna rimuovere un tatuaggio, soprattutto se si trova in zone visibili del corpo. Lì iniziano i problemi. Secondo i dati forniti dall’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe), solo nel 2014 sono ben 12mila le persone che sono ricorse alla rimozione del tatuaggio, che è una pratica tutt’altro che indolore e tutt’altro che semplice. La rimozione dei tattoo richiede diverse sedute, dipende dalla grandezza e dal colore del tatuaggio. Inoltre non sempre è possibile cancellarlo del tutto. E’ opportuno rivolgersi a professionisti e non a presunti santoni. Durante il trattamento di rimozione del tatuaggio bisogna evitare esposizione al sole o a lampade abbronzanti. Da un po’ di tempo si parla di una soluzione alternativa, una crema che rimuove i tatuaggi che viene dal Canada, ma i cui effetti sono ancora al vaglio degli esperti.

 

L’Aicpe suggerisce di evitare di rimuovere tatuaggi con i colori verde, azzurro e giallo poiché è particolarmente difficile eliminarli. Il trattamento laser utilizzato è quello Q-S ed è molto doloroso, è consigliabile usare creme anestetizzanti e applicare del ghiaccio sulla cute. Sconsigliabile la rimozione dei tattoo anche per chi ha la pelle scura, olivastra, nera o mulatta, poiché il trattamento potrebbe alterare la pigmentazione. Allo stesso tempo è sconsigliata questa pratica per chi ha infezioni sulla pelle o tende a sviluppare  cicatrici ipertrofiche o cheloidee. Una volta rimosso il tatuaggio potrebbe restare un alone, il cosiddetto “fantasma del tatuaggio”, che potrebbe restare per anni o addirittura per sempre.