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Alimentazione, sfatato il tabù che i vegetariani vivono più dei carnivori

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Vegetariani
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In seguito ad uno studio condotto dall’Università di Oxford, e pubblicato successivamente sulle pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition, si è giunti alla conclusione che i rischi a cui sono sottoposti coloro che mangiano carne sono abbastanza simili rispetto ai vegani ed ai vegetariani. Gli autori dello studio hanno effettuato la ricerca su oltre 60.000 adulti nel Regno Unito, e pur premettendo che “per vegetariani ed altri non consumatori di carne sono stati osservati tassi di incidenza inferiore di alcune malattie croniche rispetto a chi mangia carne, ma non è chiaro se ciò si traduca in una mortalità ridotta”, si può tuttavia affermare che la mortalità tra i vegetariani è paragonabile a quella tra i non vegetariani. In modo particolare la carne rossa più volte è stata messa all’indice come cibo che favorisce il cancro al colon. In realtà la ricerca dimostra che non è tanto la carne rossa a provocare tumore, quanto piuttosto il suo consumo smodato. Da una parte è stato accertato che nei vegani e nei vegetariani è stato riscontrato una riduzione della mortalità per tumori al pancreas e del sistema linfopoietico del 50% rispetto a chi consuma carne 5 volte a settimana; d’altra parte però è stato dimostrato che per chi fa un consumo moderato della carne c’è una riduzione del 30-45% della mortalità per cancro al pancreas e malattie respiratorie.

 

La mortalità dei tumori in generale ha fatto registrare una riduzione del 10% per chi non consuma carne, mentre non c’è stata alcuna differenza tra vegetariani e carnivori per quanto riguarda le prime 6 cause di decesso. Sì alla carne rossa quindi per una corretta alimentazione, purché il suo consumo sia moderato.

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