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Libia, il presidente egiziano Al-Sisi: una coalizione di stati arabi contro l’Isis

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TRIPOLI- L’Isis minaccia l’Europa ma i vertici politici del vecchio continente sembrano in preda alla più profonda indecisione. Al-Sisi, presidente egiziano, auspica pubblicamente la creazione di una forza di intervento araba. Una coalizione composta da militari dei paesi magrebini e della penisola del golfo. La situazione militare in Libia resta improntata al caos più assoluto, con il governo legittimo di Tripoli (in realtà insediato nella periferica Tobruk) che non appare in grado di riprendere il controllo delle principali città del paese.

L’Egitto, tra i paesi confinanti, sembra essere l’unico in grado di disporre della volontà politica di coinvolgere truppe di terra e avizione. Dopo la conquista di Derna e Sirte da parte dei militanti dell’Isis, si registrano sporadici bombardamenti e incursioni di commandos egiziani. I paese europei, Italia in primis, pur consci dei rischi potenziali, non sembrano avallare l’ipotesi di una creazione di una forza multinazionale in grado di contrapporre ai miliziani dell’Islamic State.

Neanche dall’Onu sono giunti segnali eloquenti in tal senso, d’altronde lo stesso Matteo Renzi aveva ribadito come qualunque operazione dovesse avvenire sotto la copertura diplomatica delle Nazioni Unite.

Gli analisti militari, di differenti paesi, prevedono necessario l’impiego di 80.000 unità per un’operazione che si riveli minimamente efficace sul territorio libico.

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