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La figlia di Kurt Cobain: “I Nirvana non mi piacciono”

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Kurt Cobain
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Kurt Cobain

Era il 5 aprile del 1994 quando Kurt Cobain, frontman del gruppo musicale grange dei Nirvana, si tolse la vita sparandosi con un colpo di fucile. Il cantante statunitense divenne una vera e propria icona non  soltanto per i giovani della sua generazione ma anche per quella successiva. Forse con Cobain si spegne una delle ultime rockstar non prodotte a tavolino dalle case discografiche, capaci di avere una forte presa sul pubblico, non soltanto perché bello e dannato, ma perchè, se a distanza di 21 anni dalla sua morte, se ne continua a parlare, effettivamente c’erano dei contenuti nei suoi testi e nella sua musica. Del leader dei Nirvana se ne torna a parlare in questi giorni perché la figlia dell’artista, Frances Bean Cobain, oggi 22enne, ha parlato della sua esperienza come produttrice esecutiva di “Kurt Cobain: montage of Heck” di Brett Morgen, che ha realizzato il documentario dedicato proprio a suo padre. Il docu-film sarà proiettato nelle sale italiane il prossimo 28 e 29 aprile. Per realizzarlo il regista Brett Morgan ha avuto campo libero nell’accedere al vastissimo materiale presente negli archivi personali di Cobain, in particolare video inediti, interviste, fotografie, rimontate per dare una nuova chiave di lettura del cantante, colto attraverso soprattutto le sue fragilità. In una intervista esclusiva a Rolling Stone, la figlia di Kurt cobain e Courtney Love, così ha parlato del padre: “Mio padre mi ha abbandonato i maniea orrbile, ma questo ha ispirato le persone a metterlo su un piedistallo, l’ha fatto diventare sAn Kurt. E’ diventato più famoso da morto di quanto lo fosse da vivo,. SE fosse vissuto avrei avuto un padre e sarebbe stata un’esperienza incredibile”. Ed ancora ha raccontato: “Kurt era arrivato al punto in cui aveva sacrificato ogni parte di se stesso per l’arte, il mondo glielo chiedeva. E credo che questo sia stato uno dei fattori scatenanti perché si sentisse nel posto sbagliato e credesse che tutti sarebbero stati meglio senza di lui“. Inoltre riguardo ai suoi gusti musicali ha rivelato: “Non mi piacciono i Nirvana, preferisco Oasis e Mercury Rev“.

 

Ci sono voluti otto anni al regista Brett-Morgan per ricomporre in un documentario la vita di Kurt Cobain, leader dei Nirvana, che se ne è andato a soli 27 anni nel 1994. La figlia in qualità di produttrice di questo documentario ha scelto di raccontare non la vita di successo del leader di un gruppo musicale che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della musica moderna, ma la dimensione intima e sofferta della sua vita privata, quando Kurt dopo i concerti, le esibizioni, rimaneva preda dei suoi demoni e delle sue paure.

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