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Phil Rudd, il batterista degli AC/DC ammette le minacce di morte

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Phill Rudd

Phil Rudd, il batterista degli AC/DC, si è dichiarato colpevole nel corso del processo che lo vede accusato di minacce di morte nei confronti di un suo ex dipendente, reo di non aver saputo gestire nel migliore dei modi il lancio del suo album da solista “Head Job”. Sul capo di Rudd pendono anche le accuse di possesso di sostanze stupefacenti, quali metanfetamina e marijuana. Il batterista è stato rilasciato su cauzione. Adesso il tribunale di Tauranga, in Nuova Zelanda, ha fissato la sentenza per il 26 giugno 2015. Il componente degli AC/DC rischia una pesante condanna, fino a 7 anni di carcere. L’avvocato di Rudd ha sostenuto che in realtà le minacce di morte altro non erano che il frutto di “una semplice telefonata arrabbiata”. Il legale intende sfruttare una legge neozelandese, in base alla quale un giudice può non emettere una condanna se l’imputato si dovesse dichiarare colpevole, nel caso in cui le conseguenze negative della stessa superino la gravità del reato.

 

In questo modo il batterista potrebbe uscirne pulito senza essere incensurato da questa brutta vicenda. L’episodio risale a novembre dello scorso anno, quando Phil Rudd si trovava nella sua villa a Tauranga nella Nuova Zelanda. La maledizione dei rockettari dannati colpisce ancora una volta.

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