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Stefano Cucchi, la sorella chiede un’inchiesta bis: intanto Jovanotti e Celentano attaccano i giudici

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Stefano Cucchi, il garante dei detenuti riapre il caso:
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Stefano Cucchi, la sorella chiede un'inchiesta bis: intanto Jovanotti e Celentano attaccano i giudici

Continua a far rumore la sentenza relativa al caso Cucchi, il geometra romano arrestato per droga nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009 e ritrovato morto. Tutti innocenti secondo il verdetto della Procura di Roma. Dopo l’assoluzione delle tre maestre di Pinerolo per violenza sui bambini, un altro caso che farà molto discutere. Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, tuttavia non si arrende. Anzi, dopo aver incontrato Giuseppe Pignatone, capo della Procura di Roma, è fiduciosa sull’apertura di un’inchiesta-bis. Lo stesso Pignatone ha già fatto sapere che questa eventualità sarà possibile solo se verrà cambiato il capo di accusa.

L’avvocato della famiglia Cucchi e la stessa Ilaria hanno mostrato delle foto molto crude, che evidenziano le terribili torture che ha inequivocabilmente subito il ragazzo dopo l’arresto. Il caso ha molto scosso l’opinione pubblica, e anche importanti personaggi dello spettacolo hanno deciso di dire la loro tramite i sociali network.

Dura l’arringa di Adriano Celentano, che mette i giudici nel mirino. Ecco il suo sfogo sul proprio blog: “Ciao Stefano! Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un’altra cosa. L’aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra. Lì c’è la LUCE, la LUCE vera! Che non è quella flebile e malata di quei giudici “ignavi” che, come diceva Dante, sono anime senza lode e senza infamia e proprio perché non si schierano né dalla parte del bene e né da quella del male sono i più pericolosi, e giustamente il Poeta li condanna”.

Anche Jovanotti ha voluto dire la sua in un lungo post su Facebook. Ha accusato lo Stato, sostenendo che in un paese democratico anche il più pericoloso dei delinquenti ha diritto a sentirsi al sicuro quando è in stato di arresto. Così non è stato per Stefano Cucchi, così non è stato per Giuseppe Uva, così non è stato per Federico Aldrovandi e così non è stato per moltissimi altri ragazzi che hanno avuto il torto di trovarsi al momento sbagliato con le persone sbagliate. I “pestaggi di Stato” stanno diventando una piaga in un paese già malato, una piaga di cui faremmo volentieri a meno e che chi di dovere non è in grado di fermare perché incapace, perché impotente o, come dice appunto Celentano, perché ignavo.

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