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Cancro al seno: le metastasi si producono prima del processo cancerogeno

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Le mestastasi, ovvero la diffusione in altri organi e tessuti di cellule tumorali, nel caso di cancro al seno potrebbero verificarsi ancora prima della formazione vera e propria di questo tumore. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Julio Aguirre-Ghiso, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, e da Christoph Klein, dell’Università di Ratisbona, in Germania. Dallo studio effettuato sui topi e le biopsie dei pazienti è risultato che queste cellule inizierebbero a spostarsi nell’organismo prima della formazione vera e propria del tumore alla mammella, in tal modo viaggiando nel sangue si diffonderebbero poi per metastasi. Secondo i ricercatori questo tipo di metastasi primarie risulterebbero molto più aggressive rispetto a quelle secondarie che si sviluppano quando il tumore è già in atto. Così hanno spiegato gli stessi ricercatori: “potrebbero fare luce su fenomeni giudicati finora inspiegabili, come ad esempio il fatto che il 5% dei pazienti oncologici nel mondo presenti metastasi pur non avendo un tumore originario e, soprattutto, potrebbero spiegare perché sia così difficile trattare il cancro una volta che si è diffuso. Da un punto di vista biologico  questo nuovo modello fa incrinare le certezze che pensavamo di avere sulla diffusione del cancro. È probabile che dovremmo rivedere la nostra idea di metastasi.La nostra speranza è che queste scoperte ridefiniscano il modo in cui pensiamo di trattare le metastasi”. Intanto si assiste a dei progressi sul fronte della cura di questo tumore. Alcuni ricercatori britannici utilizzando due farmaci in combinazione tra loro sono riusciti a ridurre o a eliminare il cancro al seno in 11 giorni. I farmaci in particolare sono stati utilizzati per trattare un particolare tumore della mammella: l’HER2 positivo così chiamato per la proteina che alimenta la proliferazione delle cellule tumorali. Le pazienti che hanno beneficiato di questo trattamento non si sono quindi dovute sottoporre al trattamento standard a base di chemio e radioterapia.

 

Nello specifico i due farmaci in questione sono il trastuzumab e il lapatinib. Si tratta di farmaci già noti da tempo in ambito oncologico, tuttavia non erano mai stati utilizzati per un trattamento in combinazione. La novità è stata persenatta nel marzo scorso all’European Breast Cancer Conference ad Amsterdam.

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