Loading...

Bonifica Amianto nel 2016: Report sugli interventi effettuati e le irregolarità riscontrate

0
1009
amianto
Loading...
Loading...

Lo smaltimento dell’amianto è attualmente un’attività sempre più importante: non a caso per l’edilizia ci sono nuovi importanti incentivi nell’ecobonus del 65%, mentre per le ristrutturazioni il 50%. I siti inquinati dall’amianto sono oltre trentamila ed ancora non sono stati fatti controlli accurati in tutte le regioni italiane. Tutto ciò è abbastanza imbarazzante, dal momento che il problema dell’amianto affligge l’Italia da un bel po’ di anni, ma a quanto pare non è stato fatto ancora niente di rilevante. Per questo, per iniziare ad affrontare il problema con più serietà esiste il Credito d’imposta per gli interventi di bonifica dell’amianto: in pratica, gli imprenditori che avviano nel 2016 interventi di bonifica avranno diritto ad un credito d’imposta del 50%(tale beneficio potranno riceverlo solo per importi superiori ai ventimila euro, ripartito in tre quote annuali). Un’ulteriore strategia messa in atto dagli imprenditori e privati che vogliono mettere in sicurezza gli edifici di loro proprietà è quello di richiedere più preventivi da aziende della loro zona per confrontarli e scegliere l’offerta migliore. Un ottimo portale per poter ricevere più preventivi con una sola richiesta è Fazland. Il servizio è completamente gratuito e bastano pochi click per compilare una richiesta per un servizio di smaltimento amianto.

Ma perché è importante eliminare l’amianto? Perché è tanto pericoloso?

Come abbiamo detto, se c’è presenza di amianto nelle vostre abitazioni non sarà un grosso problema, mi spiego: se l’amianto è presente nel cemento, ovvero, il cemento-amianto (che era un materiale molto utilizzato durante gli anni della guerra fin quando non ne è stata capita la pericolosità) e, quindi, le fibre sono compatte, per cui le possibili eventualità sinistre sono nettamente inferiori. In sé sono le fibre volatili, libere o debolmente legate, che possono causare gravi danni all’apparato respiratorio. Tuttavia meno amianto c’è, meglio sarà per la situazione sanitaria del nostro paese.

Cosa si sta facendo per rimuovere quest’amianto?

Tecnicamente esiste da parecchi anni un decreto ministeriale che impone agli Enti e ai privati di bonificare tutte le coperture di cemento-amianto, questo entro la fine del 2015. La Lombardia con una delibera del 2005, mette in chiaro gli obiettivi per la rimozione dell’amianto presente nella regione al fine di definire l’entità dei rischi provocati dall’amianto friabile e compatto, per poi avere un maggiore controllo sanitario. Lo stesso documento fissa il termine di quest’attività per l’inizio del 2016. Nel 2007 l’Arpa, acronimo di Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente, seguì uno studio sulla presenza di amianto a Brescia, stimando che più di un milione di metri quadri è la superficie da smaltire. Partiamo dalla delibera di Giunta Regionale del 17 gennaio 2006, la quale afferma che ogni ente in grado di effettuare bonifiche, ha il dovere di adoperarsi affinché entro diecianni tutti i siti a rischio vengano liberati dall’amianto. Il fatto è che questi dieci anni sono quasi scaduti.

Ebbene, è stato fatto?

Sì… e no. Nel 2012 l’Arpa seguì lo stesso studio, in cui viene affermato che la presenza dell’amianto è diminuita fino a 400.000 metri quadri. Un dato abbastanza rilevante, questo è vero, ma esistono ancora dei punti critici che riguardano lo smaltimento: alcune discariche non hanno superato la valutazione di impatto ambientale, mentre altre hanno ancora i sigilli per le irregolarità riscontrate dall’autorità. La preoccupazione dei comuni lombardi cresce, perché, con l’avvicinarsi della scadenza, gli episodi di abbandono delle lastre di amianto sul suolo pubblico si sono estesi largamente. Nel 2013, i ministeri della salute, del lavoro e dell’ambiente hanno approvato il Piano Nazionale Amianto. Ma purtroppo il piano è stato congelato per mancanza di fondi e per questo viene rimandata continuamente la discussione.

I piani regionali

Nonostante la legge 257/1992 prevedesse i “Piani Regionali Amianto”, ad oggi in Abruzzo, Lazio, Sardegna, Molise e Puglia non sono ancora stati approvati. Nel frattempo però, il censimento, indispensabile per calcolare la quantità da recuperare è stato effettuato solo in dieci regioni, tra l’altro in modo disomogeneo.
Nel 2015 sono stati stanziati oltre 5,5 milioni di euro mentre per il 2016/2017 altri 6 milioni per finanziare gli interventi sugli edifici pubblici. Le norme andranno confermate con un decreto del ministro dell’Economia, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge.

Quindi in futuro dobbiamo aspettarci che questo amianto venga eliminato, o no?

Legambiente chiede a tal proposito di avviare il prima possibile l’attività di bonifica dei siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici ancora contaminati. Il primo passo fondamentale è lo stanziamento di 20 milioni di euro, attuabile grazie ad un sistema di incentivi per la sostituzione eternit che porterebbe alla rimozione di oltre 10 milioni di metri quadri di cemento amianto presenti nelle città. Ad ogni modo in futuro è probabile che verrà emanata una legge sugli ecoreati che descriverà le pene e le sanzioni per chi non rispetta l’ambiente ed, in questo caso, per chi non elimina l’amianto.

Loading...
Loading...