Loading...

“Arbeit Macth Frei” la scritta su una officina di Rimini

0
220
Arbeit match frei officina meccanica Rimini
Loading...
Loading...

Arbeit match frei officina meccanica Rimini

Alessandro Bertuccioli, titolare di una officina meccanica nel riminese all’ingresso aveva appeso un cartello con la scritta “Arbeit macht frei” il lavoro rende liberi. Insomma la stessa scritta che campeggiava all’ingresso del lager di Auschwitz e di altri campi di concentramento. Come’era inevitabile il suo gesto ha scatenato molte polemiche. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, a chi gli chiedeva il perché di quel cartello che richiamava gli orrori nazisti, così ha risposto: “Io del nazismo non so nulla, sono nato nel 1979 e non ho una minima idea di cosa sia stato. Quel cartello è affisso da un mese e mezzo. Io rispetto tutti, neri e bianchi, non sono razzista. Non conosco quella storia, non so dove sia e cosa sia Auschwitz. Quella frase mi piace per il suo significato, “Il lavoro rende liberi”. Penso sia vero”. Intanto l’amministrazione comunale sta valutando la possibilità di adire azioni legali in sede civile, a fronte del danno d’immagine che quel cartello arreca ad una città medaglia d’oro per la Resistenza. La vicenda a pochi giorni dalla celebrazione delle vittime della Shoah sta suscitando un grande clamore. L’uomo ha quindi decsio di rimuovere il cartello della vergogna. In questo senso così si è espresso:”Ho ricevuto decine di telefonate, centinaia di messaggi, da tutta Italia l’ho tolto il cartello, non riuscivo più a lavorare”.

 

Ma il non sapere, l’ignorare quanto accaduto, può essere una giustificazione sufficiente? D’altronde solo con la trasmissione della memoria, col ricordare quanto l’uomo è stato capace di imbarbarirsi e di perpetrare atrocità nei confronti di un altro uomo, è possibile evitare che possano verificarsi nuovamente orrori del genere.

Loading...
Loading...