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Pernigotti, addio a un pezzo di storia italiana: l’azienda chiude dopo 158 anni

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Pernigotti azienda Novi Ligure chiude
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Pernigotti azienda Novi Ligure chiude

La Pernigotti, la storica azienda produttrice di cioccolato si trova invischiata in una crisi senza fine che non trova soluzione. In particolare la fabbrica della Pernigotti di Novi Ligure ha chiuso i battenti. Ne danno notizia i sindacati. La situazione sarebbe andata peggiorando negli ultimi anni: secondo i sindacati negli ultimi 5 anni la ditta avrebbe accumulato perdite per 13 milioni, diminuiti a 8 nel 2017. Riguardo alle ultime fasi di questa crisi, Tiziano Crocco di Uila, al termine dell’incontro con i sindacati con i rappresentanti della proprietà dell’azienda dolciaria, comunica che: “Chiude lo stabilimento produttivo della Pernigotti di Novi Ligure. Ciò significa 100 lavoratori a casa e altrettante famiglie in difficoltà“. Nel 2013 l’azienda italiana è passata al gruppo turco Toksöz. In Italia presumibilmente rimarrà solo la rete marketing per sostenere la vendita dei prodotti fatti in Turchia. In questo momento il piano sembrerebbe quello di smantellare la parte produttiva, salvando però il marchio. Naturalmente di mezzo ci sono molti posti di lavoro che andranno tutelati. In questo senso Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, afferma che: “Cento persone rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della delocalizzazione dell’azienda Pernigotti che già nel 2013 fu acquistata dal gruppo turco Toksoz. L’Italia continua a strizzare, così, l’occhiolino all’estero smembrando parte del proprio made in Italy a discapito di intere famiglie che dovranno fare i conti con i licenziamenti“. Il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere, così commenta l’annunciata chiusura della Pernigotti: “Una decisione assurda e inaccettabile. Occorre capire le cause che hanno portato la proprietà a presentare sempre solo perdite, nonostante il settore dolciario tiri. Una proprietà che non ha mai investito un euro sullo stabilimento. Ho già informato il prefetto Antonio Apruzzese e tutti i parlamentari del territorio, perché la questione deve diventare di rilievo generale ed essere trattata a tutti i livelli istituzionali con la massima attenzione”. Così in particolare si legge sul sito della Pernigotti riguardo alla storia di questa grande industria.  La lunga tradizione Pernigotti inizia nel 1860 con l’apertura a Novi Ligure di quella che presto diventerà una delle drogherie più rinomate del Piemonte. La qualità delle lavorazioni proposte porta in soli otto anni il suo fondatore, Stefano Pernigotti, a dare vita alla società Pernigotti & Figlio, aprendo la fabbrica che sarà un simbolo e un punto di riferimento per la città.
A conferma del successo e del prestigio della sua offerta dolciaria, nel 1882 la società viene insignita con l’onorificenza dello Stemma Reale che la accredita ufficialmente come fornitore della Real Casa. Agli inizi del ‘900 l’azienda è una delle più importanti del settore, con macchinari all’avanguardia e un sistema produttivo in grado di dare vita a lavorazioni pregiate e ricette uniche. La seconda generazione si dimostra all’altezza dell’eredità ricevuta è grazie al suo ingegno e alla profonda conoscenza delle tecniche di lavorazione dolciaria che Paolo Pernigotti, per far fronte al divieto di usare lo zucchero in vigore durante la guerra, perfeziona e commercializza una rivoluzionaria ricetta per il torrone a base di miele concentrato.Passano pochi anni e nel 1927 inizia la produzione del Gianduiotto, il cioccolatino che fonde in una forma inconfondibile cacao e pasta di nocciole e che diventa uno dei simboli più apprezzati della tradizione italiana nel cioccolato. Negli anni successivi la ricerca Pernigotti non si arresta e l’azienda cresce, cambia sede e continua a proporre prodotti che entrano nella storia e nelle case di tutti gli italiani come il Cremino, le Pepitas e il Nocciolato, per arrivare negli anni ’70 a essere una delle più importanti realtà nel settore del cioccolato. Nel 2014 la famiglia Toksoz raccoglie questa grande tradizione per guidarla in un processo di internazionalizzazione che, salvaguardando le radici territoriali del marchio e rispettando la qualità delle ricette originali, porti il piacere del grande cioccolato italiano in tutto il mondo.

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