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L’infarto: come è cambiato…ma dopo?

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Infarto cuore come si cura
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Infarto cuore come si cura

Mezzo secolo fa l’infarto era una malattia per la quale non si aveva nulla a disposizione: il paziente veniva messo a letto con l’imperativo categorico “non ti muovere!”, e ci rimaneva anche fino a sei mesi, perchè si riteneva che la “ferita”del cuore si dovesse cicatrizzare con l’immobilità.

Oggi è tutto il contrario: l’imperativo è”muoviti subito!” Inoltre, mentre allora il paziente veniva passivamente osservato in attesa di fronteggiare eventuali complicanze, oggi l’infarto si “aggredisce” con terapie e procedure invasive. Decenni fa sarebbe stato ritenuto un pazzo un tale che avesse introdotto un sondino nel cuore un’ora dopo il riscontro di un infarto, oggi tutto questo è la regola.

Molto dunque è stato fatto in Cardiologia, che, da una costola della Medicina, è oggi divenuta una vera e propria autonoma specializzazione, che comprende anche sottospecializzazioni, quali ecocardiografia, aritmologia ecc

Molto si fa dunque per curare l’infarto al più presto possibile, mentre poco ancora viene fatto per gestire il “dopo”…

Il paziente con infarto viene oggi dimesso da un ospedale con una serie di farmaci e nessuno si occupa più di spiegargliene le motivazioni, che vita futura lo attende, come deve regolarsi nella quotidianità, se può camminare, salire le scale, fare l’amore…

In buona parte questo dipende anche dal nuovo sistema organizzativo degli ospedali: dal 1995, in Italia, è stato introdotto, sulla scia di quanto già attuato dal 1977 in America, il cosiddetto sistema DRG, che è un acronimo inglese (Diagnosis Related Groups) il cui elemento fondamentale è quello di assegnare ad ogni ricovero una dimensione economica rendendo gli ospedali Aziende.

Una qualsiasi azienda che si rispetti deve avere di necessità come obiettivo il ricavo di un profitto, ma nel caso delle aziende ospedaliere odierne l’obiettivo è almeno raggiungere il pareggio di bilancio fra entrate e uscite.

In pratica, per ogni letto occupato per una determinata diagnosi, i reparti ospedalieri rivendicano un peso economico che varia a seconda della patologia.

A fine anno un ospedale che ha “fatturato” diagnosi con peso economico consistente, potrà vantare la richiesta di nuove attrezzature, di altro personale ecc, mentre chi non avrà “fatturato” una somm almeno tale da pareggiare le uscite con le entrate, potrà anche essere chiuso.

Tutto ciò ha determinato una sorta di “accelerazione” nella gestione dei pazienti ricoverati, essendo primario interesse di qualsiasi reparto fare girare più pazienti possibili sullo stesso letto in un periodo di tempo, moltiplicando così il peso economico della sua attività. Alla fine di tutto ciò i pazienti vengono tenuti il tempo più breve possibile, sufficiente a gestire la fase acuta, e dimessi per fare posto ad altri, trasformando così il DRG americano in una sorta di acronimo definibile Dimissione Rapida Garantita!

In una prossima occasione esamineremo quindi come gestire la fase successiva ad un evento cardiaco, obiettivo che non si limita solo a curare meglio il paziente ma può indurre un circolo virtuoso di rispsrmio di risorse consumate spesso in indagini, visite fino a ricoveri ripetuti con un danno non indifferente per il sistema sanitario e per le tasche di tutti noi!

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