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Vuoi adottare un cane? E’ anche questione di Dna

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Pensavano che fosse morto ma il cane era vivo
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Pensavano che fosse morto ma il cane era vivo

Stando a un nuovo studio, la simpatia che proviamo per i cani sarebbe influenzata anche dalla genetica di un individuo.

A metterlo in evidenza uno studio condotto dalla Universita’ svedese di Uppsala, che ha preso in esame le informazioni relative a 35.000 coppie di gemelli. I ricercatori hanno posto a confronto la composizione genetica dei gemelli che hanno adottato un cane per studiare se la tendenza ad adottare i nostri amici a 4 zampe abbia una componente ereditaria.

Lo studio dei gemelli permette di distinguere le influenze dell’ambiente e dei geni da un punto di vista biologico e comportamentale.

In particolare la ricerca ha posto in evidenza che i gemelli omozigoti (che condividono tutto il patrimonio genetico) presentano un tasso di concordanza maggiore nella scelta di possedere un cane o meno, rispetto invece ai gemelli eterozigoti (che condividono metà del patrimonio genetico).

Così in particolare ha dichiarato Patrik Magnusson, uno degli autori dello studio: “Questi studi sui gemelli non possono dirci esattamente quali geni sono coinvolti, ma almeno dimostrare per la prima volta che la genetica e l’ambiente giocano su ruoli uguali nel determinare la scelta di prendere un cane o no”.

Il rapporto tra uomo e cani e quindi il processo di domesticazione è iniziato circa 15mila fa. Lo studio potrebbe aiutare a comprendere meglio proprio questo processo di domesticazione dei cani.

Inoltre stando auna ricerca condota nel 2107 sempre dall’università di Uppsala pubblicata sulla rivista Scientific reports, è emerso che i cani riuscirebbero anche a diminuire il rischio di morte e malattie cardiovascolari. Gli autori dello studio svedese hanno preso in esame i dati relativi a 3,4 milioni di cittadini svedesi di età compresa tra i 40 e gli 80 anni e senza pregresse patologie cardiovascolari, proprio al fine di valutare la correlazione tra l’avere un cane e la salute cardiovascolare. Lo studio partito nel 2001 ha avuto una durata complessiva di 12 anni. Dalla ricerca è emerso che il cane rappresenta un fattore protettivo soprattutto per le persone che vivono da sole, che sono maggiormente a rischio di patologie e mortalità cardiovascolare rispetto a chi vive invece in una famiglia con più persone.

D’altronde chi possiede un cane si trova spesso all’aria aperta e pratica attività sportiva che notoriamente fa bene alla salute. Inoltre i nostri amici a quattro zampe favoriscono anche i contatti sociali.

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