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Artista anti-selfie si fa fotografare fingendosi morta davanti ai turisti nei luoghi d’arte

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Ragazza antiselfie
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Ragazza antiselfie

Selfie? No grazie. Stephanie Leigh Rose è una fotografa fortemente critica nei confronti dei patiti degli autoscatti sempre e comunqque. Stephanie ha deciso di protestare in modo ironico e creativo contro questa mania di scattarsi foto ovunque, in particolare di fronte ai monumenti e alle opere d’arte di tutto il mondo. Stephanie ha denominato il suo stile stefdies, che gioca chiaramente tra selfie e dies.

Lei invece “muore” davanti a questi luoghi e si fa fotografare distesa per terra nelle pose più strane di questa finta morte. L’immagine presenta delle caratteristiche che ricorrono: la ragazza si fa sempre fotografare con la faccia per terra e i capelli spettinati. Le sue foto e il progetto “STEFDIES” hanno fatto il giro del mondo.

In particolare così ha dichiarato in proposito: “Le mie foto sono degli anti selfie. Nell’epoca dei bastoni per selfie, delle labbra in fuori alla Kardashian e al fotoritocco con Photoshop, abbiamo perso letteralmente il valore del fare una fotografia”. Ed ancora: “Quando ho pubblicato i primi scatti di questo progetto, ho ricevuto un’incredibile risposta da parte di amici e sconosciuti; qualcosa di ridicolo nelle pose o nelle reazioni dei passanti, ha divertito chi ha visto le foto”. “Ho realizzato che volevo continuare a portare qualcosa di positivo nel mondo, e allo stesso tempo usare l’arte per sintetizzare i miei sentimenti e pensieri per quanto riguarda la nostra impermanenza su questa terra.”

Selfie: quando diventano una mania

I selfie di per sè non sono causa di una patologia, ma una sorta di spia attraverso cui può manifestarsi. Gli adolescenti infatti al giorno di oggi utilizzano gli smartphone e i selfie come canali per costruire la loro identità.

Per gli psicologi questo fenomeno potrebbe dividersi in tre stadi. Si ha una selfite acuta quando ogni scatto finisce puntualmente sui social. Questa ossessione è invece cronica quando ci si pone a favore di telecamera 24 ore su 24 e le foto vengono postate più di 6 volte al giorno. La fase borderline si invece quando ci si scatta almeno tre foto al giorno ma non si ha la necessità di condividerle sui social. Inoltre gli psicologi di questo studio che è stato pubblicato sulla rivista medica International Journal of Mental Health and Addiction, hanno anche messo a punto un test che consente di autodiagnosticarsi la selfite con 20 domande. Potremmo dire quindi che al giorno d’oggi l’ossessione per l’immagine e per l’estetica ha trovato nel selfie, un punto d’incontro perfetto con la tecnologia.

 

 

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