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Sudan, condannata a morte all’ottavo mese di gravidanza per apostasia

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Sudan, condannata a morte all'ottavo mese di gravidanza per apostasia
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Meriam Yehya Ibrahim, di 26 anni, all’ottavo mese di gravidanza e già madre di un bimbo di 20 mesi, è stata condannata alla pena capitale per impiccagione dal tribunale sudanese per apostasia. La sua colpa è stata quella di aver sposato un uomo cristiano, rinnegando così la sua fede musulmana. Il padre di Meriam era musulmano, e secondo la legge in Sudan la figlia automaticamente eredita la sua fede religiosa.

Sudan, condannata a morte all'ottavo mese di gravidanza per apostasia

In realtà il padre di Meriam la abbandonò quando era piccola, e la ragazza è stata educata secondo la fede cristiana dalla madre di origini etiopi. Inoltre Meriam è stata anche condannata a cento frustate per adulterio, poiché il suo matrimonio non è stato riconosciuto valido.

Tutto il mondo si è indignato di fronte a questa sentenza, tant’è che è partita una campagna mondiale “Salviamo Meriam” per salvarla. I giudici si sono affrettati a garantire che la pena capitale, dato lo stato interessante della donna, verrà applicata solo tra due anni. Ma questo non basta per cancellare l’onta di vergogna e abominio che avvolge questa assurda vicenda.

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