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Sanità, dal 30 giugno prossimo entra in vigore il codice trasparenza: online compensi medici da case farmaceutiche

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Anche in Italia dal 30 giugno prossimo entra in vigore il codice sulla trasparenza “Disclosure Code” dell’associazione europea Efpia (Federazione Europea delle Associazione e delle Industrie Farmaceutiche). In pratica questa operazione trasparenza prevede che dal prossimo 30 giugno saranno disponibili online gli elenchi relativi ai compensi rilasciati dalle aziende farmaceutiche ai medici per lo svolgimento della loro attività professionale, ad esempio congressi, seminari, consulenze. Questo codice trasparenza alla fine del mese enterà in vigore in altri 33 Paesi aderenti alla Efpia. La Farmindusria ha reso noto che 7 medici su 10 hanno prestato già il proprio consenso alla pubblicazione dei propri nominativi e relativi compensi sul sito, tuttavia ci si aspetta che le adesioni raccolgano il 100%. In ogni caso i dati saranno trattati nel pieno rispetto della normativa della privacy pertanto l’accessibiità a queste informazioni riguarderà soltanto i medici che hanno prestato esplicitamente il proprio consenso. Insomma si tratta senza dubbio di un importante passo in avanti nella direzione della trasparenza riguardo ai rapporti tra medici e case farmaceutiche. A tale proposito così’ ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin:” Il codice di trasparenza è importante perché inizia una fase di comunicazione da parte dell’industria e delle società scientifiche nei confronti del cittadino, in cui vengono resi trasparenti tutti i rapporti che ci sono tra medici e industria”. Ed ancora: “Questi rapporti sono positivi. Immaginiamo a quello che accade quando viene sperimentato un nuovo farmaco negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, oppure su farmaci noti, facendo ricerca sui pazienti si scopre, per esempio, che quel medicinale deve essere modificato o magari utilizzato per altre categorie terapeutiche.

 

Così funziona la ricerca sul campo ed é quindi estremamente importante che questi dati siano tutti pubblici e che ci sia una crescita anche di consapevolezza da parte del cittadino e delle associazioni dei pazienti”.

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