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Dieta, sì ai grassi insaturi no a quelli saturi: ecco le differenze

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Uno studio condotto dall’Harvard Chan School e Brigham and Women’s Hospital ha messo in evidenza su come i grassi alimentari contenuti nei cibi che consumiamo quotidianamente possano influenzare la qualità della nostra salute. In particolare l’utilizzo dell’olio extravergine d’oliva o di lino, frutta secca, e il consumo di pesce è stato associato a una diminuzione dell’11-19% della mortalità per diverse cause. Mentre l’ampio consumo di grassi saturi aumenta il rischio di morire prematuramente. Nel dettaglio ogni aumento del 2% dei grassi trans, come margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, e il consumo di cibi da fast-food comporta un aumento del rischio di morire prematuratamente pari al 16%. La ricerca ha evidenziato i diversi effett conseguenti alla sostituzione dei grassi saturi. Ad esempio nel caso in cui venivano sostituiti con i grassi insaturi (in particolare quelli polinsaturi) il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, cancro, malattie neurodegenerative, malattie respiratorie risultava decisamente più basso rispetto a chi invece consumava grassi saturi. Inolre la sostituzione nella dieta di grassi saturi con i carboidrati ha comportato solo un rischio di mortalità leggermente più basso. Mentre la sostituzione di tutti i tipi di grassi con i carboidrati è stata associata a una mortalità poco più alta.

 

Questo perché nella dieta americana i carboidrati contengono principalmente amido raffinato e zucchero che comportano un rischio di mortalità simile ai grassi saturi. Insoma i ricercatori raccomandano di sostituire i grassi saturi con quelli insaturi che hanno proproetà benefiche per la nostra salute. Lo studio è stato pubblicato su Jama.

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