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Sei pazienti contagiati dalla scabbia: sintomi e cura

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Acaro scabbia
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Acaro scabbia

All’ospedale Don Uva di Foggia sei pazienti sono stati contagiati dalla scabbia. D’altronde in questi ultimi anni si assiste a una sorta di revival di malattie infettive quali ad esempio la tubercolosi che ormai eravamo convinti di aver relegato in un passato ormai lontano. Ed invece i microrganismi sono pur sempre presenti nell’ambiente, per cui se si presentano condizioni favorevoli al loro sviluppo possono tornare a virulentarsi. In particolare stando a quanto si apprende, sei ospiti del don Uva di Foggia sono stati contagiati dalla scabbia. La conferma arriva dal direttore sanitario della struttura Rosario Garofalo: “Confermo che abbiamo avuto alcuni casi di scabbia già segnalati dal medico di reparto alla Asl e per cui è in atto la profilassi. Non è poi così raro, in luoghi in cui si vive insieme può succedere”. Ed ancora: “E’ tutto sotto controllo, l’abbiamo scoperto qualche giorno fa, stiamo facendo le cure necessarie, ci vorranno almeno due settimane”. Intanto il contagio non è avvenuto per una presunta scarsa igiene nella struttura sanitaria come in molti hanno ipotizzato. La scabbia è una delle tre malattie della pelle più comune tra i bambini. Si tratta di una patologia dermatologica causata da un acaro, Sarcoptes scabiei hominis, che si manifesta con un forte prurito soprattutto di notte quando si è sotto le lenzuola perché l’attività degli acari aumenta in presenza di calore. A livello della pelle si possono presentare macchie rosse che sono causa di piaghe e croste se vengono grattate. Il contagio avviene attraverso il contatto stretto e prolungato. La scabbia si cura mediante l’applicazione per via topica di creme e lozioni a base di benzoato di benzile.

 

Inoltre è necessario procedere a un accurato lavaggio di asciugamani, biancheria e indumenti e anche degli oggetti con cui viene a contatto la persona infetta.

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