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Lo smart working favorirà la digitalizzazione dei processi?

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Lavoro come trovarlo
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Lavoro come trovarlo

Per comprendere di cosa stiamo parlando partiamo da un dato normativo. Lo smart working è regolato dalla Legge n. 81° del 22 Maggio 2017, da cui viene definito  come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra dipendenti e datore di lavoro e caratterizzata dall’assenza di vincoli orari o spaziali e da un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi”. Si tratta della legge sul lavoro agile che reca il titolo: “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.

Non vi è dubbio che la pandemia abbia impattato anche su paradigmi classici dell’organizzazione aziendale. A seguito quindi dell’emergenza sanitaria nei primi mesi del 2020 molte aziende si sono adeguate cambiando le modalità organizzative. In particolare lo smart working è diventato una necessità per molte aziende che quindi hanno dovuto ottimizzare le risorse per gestire i dipendenti anche da remoto.

Come si lavora in smart working

La legge che vi abbiamo citato ad inizio articolo prevede che l’attività in smart working è regolata tramite un accordo tra il datore di lavoro e il dipendente, sulla base del quale si definisce la tipologia di lavoro agile e la sua durata. La legge prevede anche l’utilizzo di strumenti tecnologici per garantire lo svolgimento delle mansioni lavorative sia tra le proprie mura domestiche ma anche ovunque esso sia praticabile. L’obiettivo è quello di favorire la produttività del lavoratore ma anche di venire incontro alle sue esigenze per conciliare vita e lavoro. Inoltre ai lavoratori in smart working viene tuttavia garantita la parità di trattamento rispetto ai colleghi che svolgono le mansioni con modalità ordinarie, ed è quindi prevista, la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali. Insomma oggi emerge una nuova figura dell’impiegato quale erogatore di servizi, che non è più quella a cui siamo stati abituati per decenni, basti solo pensare ai faldoni di pratiche accumulate sulla scrivania del mitico ragionier Fantozzi.

Naturalmente, per poter lavorare da casa, è altamente probabile che l’impiegato debba avere a disposizione non tanto un pc, che dovrebbe essere fornito dall’azienda, quanto una connessione internet affidabile. Questa necessità è stata intercettata dai provider, che cercano di fornire servizi migliori a prezzi competitivi. Discorso simile può essere fatto anche per lo smartphone, con le imprese che forniscono sempre meno ai propri dipendenti un telefono aziendale. Anche in questo caso, i gestori sono corsi ai ripari, con offerte mobile sempre più vantaggiose.

Digitalizzazione: i vantaggi

Per aumentare la produttività e l’efficienza serve quindi digitalizzare. Col processo di digitalizzazione diventa realmente possibile controllare e risalire a chi ha trattato materialmente tutte le fasi e svolto compiti nell’ambito di processi decisionali. L’importante però è che la digitalizzazione sia effettiva e quindi il cittadino non deve più recarsi fisicamente allo sportello per ottenere il documento che gli interessa, bensì dotato di competenze informatiche basilari può accedere ai servizi dell’ente e quindi chiedere il documento che gli occorre. La digitalizzazione deve muovere quindi di pari passo anche con una più capillare e trasversale alfabetizzazione informatica. Servizi più efficienti richiedono infatti anche cittadini che siano edotti circa i loro diritti e che quindi possano e siano in grado di farli valere. 

Insomma per rispondere alla domanda da cui siamo partiti ad inizio articolo, lo smart working va nel segno di favorire la digitalizzazione dei processi, e quindi sempre di più i lavoratori per svolgere i loro compiti in maniera veloce ed efficiente utilizzeranno device da remoto, applicazioni su pc tablet, senza trovarsi fisicamente sul luogo di lavoro.

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