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In un gene la chiave della longevità

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Esiste il segreto della longevità? La scienza lavora e la soluzione non è poi così lontana. Un gruppo di ricercatori americani dell’Istituto nazionale per la salute, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cell Reports, modificando un gene sono riusciti ad aumentare la vita dei topi del 20%. La durata della vita media di questi topolini trattati con il gene della “longevità” si è attestata a 28 mesi per i maschi e 31,5 mesi per le femmine contro 22,9 e 26,5 rispetto ai topolini non trattati. Per l’uomo significherebbe un allungamento della vita di 16 anni, fin quasi al secolo di vita.

Il gene chiamato “mTor”, che svolge importanti funzioni nel metabolismo e nell’equilibrio energetico, ha allungato la vita ai topi con un inconveniente non da poco però, perché se la memoria dei topi era preservata dall’invecchiamento, non lo erano gli altri organi e tessuti. Pertanto i topolini sono andati incontro al deterioramento del tessuto osseo e a un indebolimento delle difese immunitarie.

Se questi risultati dovessero confermarsi anche nella sperimentazione sull’uomo, potremmo avere anziani con una memoria efficiente, ma affetti da osteoporosi e altre malattie.

Tuttavia lo studio potrebbe aprire nuove prospettive  per la cura di patologie legate alla degenerazione progressiva di determinati organi, ad esempio per l’Alzheimer. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Reports.

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