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Vespa nell’occhio del ciclone: l’Agcom richiama la Rai per l’intervista a Reina Jr

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Salvo Riina
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Salvo Riina

L’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss mafioso Salvatore Rina, andata in onda nel programma Porta a porta lo scorso 6 aprile, ha suscitato molte polemiche. Il giornalista Rai è stato richiamato dall’Autorità garante nelle comunicazioni. Marcello Cardani, presidente del’Agcom ha definito l’intervista di Vespa: “unilaterale in molte fasi” ed inoltre è “mancato il contradditorio”. Così in particolare ha scritto l’Agcom: “L’intervista segnalata appare presentare talune criticità quanto alle modalità e alla contestualizzazione della stessa, nonché alla complessiva caratterizzazione del personaggio intervistato“. L’Agcom in particolare ha sottolineato che il modo in cui è stata condotta l’intervista non è stata idonea a fornire allo spettatore una rappresentazione veritiera e completa. Secondo l’Agcom è stato minato il: “rispetto della sensibilità degli spettatori, e primo tra tutti dei parenti delle vittime di mafia”. Prima che l’intervista andasse in onda, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, magistrato ucciso dalla mafia nel luglio del 1992, ha scrito un lungo post su Facebook in cui ha sottolineato gli effetti deleteri a cui avrebbe potuto condurre questa operazione mediatica: “fare diventare un best-seller il libro che qualcuno ha scritto per il figlio di questo criminale e che alimenterà la curiosità morbosa di tante menti sprovvedute”. D’altro canto non è mancata la replica di Bruno Vespa in merito a questa intervista. Il giornalista si è detto: “profondamente sorpreso dal provvedimento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di una intervista televisiva”.

 

Ed ha sottolineato che dissente:”radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo” , inoltre rivendica: “fino in fondo, pertanto, di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant’anni caratterizza la mia attività giornalistica”.

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