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Ciclismo, Marco Pantani: com’è andata veramente? riaperto il caso

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Marco Pantani
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Marco Pantani

Il 14 febbraio del 2004 Marco Pantani viene ritrovato morto in una camera del residence “Le Rose” di Rimini. La morte del grande ciclista fin dal primo momento, oltre a lasciare sgomenti tutti gli sportivi, alimenta sospetti e retroscena inquietanti. Le indagini della madre, secondo cui Pantani fu in realtà ucciso o comunque costretto a suicidarsi, hanno portato a una rapertura del caso. In particolare sono stati sentiti come persone informate sui fatti i tre medici Uci (Michele Partenope, Eugenio Sala e Mario Spinelli), che il 5 giugno del 1999 fecero il prelievo di sangue a Pantani a Madonna di Campiglio, a seguito del quale il Pirata fu escluso dal Giro d’Italia che stava dominando. Pantani fu escluso a causa di un valore dell’ematocrito superiore alla norma (51,9 invece di 50) perché aveva superato la soglia oltre la quale si rischiava per la salute. Da quel controllo antidoping si può dire che iniziò per lui la parabola discendente. Il Pirata escluso dallo sport che amava più di ogni altra cosa, entrò nel vortice della depressione.

 

Stando a quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport il procuratore di Forlì ha riaperto il caso per indagare sul complotto di cui il ciclista sarebbe rimasto vittima in quanto i controlli sull’ematocrito a cui fu sottoposto potrebbero essere stati manipolati. Insomma la morte di Pantani potrebbe nascondere un giro di scommesse clandestine gestito dalla criminalità organizzata, oppure al ciclista avrebbe pestato i pieii a qualche pezzo grosso nel mondo del ciclismo. L’ipotesi su cui sta indagando il procuratore è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva.

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