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Caserta: scoperta la discarica abusiva più grande d’Europa

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Rifiuti tossici
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Rifiuti tossici

Potrebbe essere in Campania, nell’ex area pozzi Ginori, la discarica abusiva più grande d’Europa. Siamo a Calvi Risorta nel casertano. Da giorni, i mezzi del Genio militare coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere stanno scavando in quell’ex area dismessa che è diventata una vera e propria bomba ecologica. Al momento dagli scavi sono emersi rifiuti pericolosissimi di ogni tipo: fanghi industriali, sostanze chimiche altamente tossiche, solventi e vernici, oltre che altri rifiuti speciali nell’ex area industriale Calvi Risorta dismessa da oltre 30 anni. Inoltre il terreno a causa dell’accumulo di questi rifiuti presenta diverse colorazioni che vanno dal rosso, all’azzurro e al grigio. Stando a quanto dichiarato dal Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato, Sergio Costa, il volume di rifiuti interrati potrebbe essere pari a due milioni di metri cubi in un’area vasta venticinque ettari. La Forestale ipotizza il reato di disastro ambientale e ad essere iscritti nel registro degli indagati figurano anche i proprietari dei terreni. Costa ha anche sottolineato che l’interramento dei fusti tossici a Calvi Risorta da parte dei casalesi, come pure in altre zone del casertano, è stato realizzato secondo modalità che consentissero di rendere il terreno compatto e non franoso: ” con vari strati di rifiuti e terra che si sovrappongono fino all’ultimo strato superficiale di poche decine di centimetri di terreno in buono stato. Quel che sembra certo è che chi ha eseguito il tombamento dei rifiuti è un soggetto diverso da chi l’ha commissionato”.

 

Al momento però la Procura di Santa Maria Capua Vetere esorta alla prudenza perché le analisi sono ancora in corso di svolgimento, pertanto non è possibile trarre ancora alcuna conclusione. In ogni caso il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti per la giornata di domani ha convocato una riunione speciale con il Corpo Forestale dello Stato, Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e le strutture tecniche del Dicastero. In ogni caso tutti gli indizi fin qui raccolti sembrano andare nella direzione di un nuovo disastro ambientale in Campania.

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