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Guerriglia prima di Napoli-Legia Varsavia: la morte di Ciro Esposito non è servita a nulla

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tifosi scontri tafferugli

Ciò che si temeva è accaduto: i tifosi polacchi del Legia Varsavia sono giunti a Napoli con le peggiori intenzioni, e tra ieri ed oggi hanno dato vita a violenti scontri e tafferugli con la polizia ed i tifosi del Napoli,  a loro volta “gemellati” con dei bulgari. Il motivo di tale odio dei polacchi verso i napoletani è da ricercare nel gemellaggio coi tifosi della Juventus, quindi si sono riversati in massa al San Paolo per Napoli-Legia Varsavia, partita finale di Europa League. In un calcio sempre più malato ed in mano ai violenti ormai le vendette trasversali sono all’ordine del giorno, per quanto assurda sia questa cosa. Diversi gli episodi di violenza, il più grave ieri sera nei pressi della stazione Garibaldi di Napoli. Un gruppetto di delinquenti polacchi ha fermato un’auto con 4 napoletani, li hanno fatti scendere, li hanno malmenati ed hanno incendiato la macchina. Il bilancio di feriti ed arresti cresce ogni ora. Ma ciò che più inquieta e che fa male è che ormai i campi di calcio sono diventati dei campi di battaglia, un motivo in più per sfogare la propria idiozia, la propria rabbia repressa, la propria frustrazione. E’ davvero triste credere che la morte di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto in occasione della finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina del 2014, dopo alcuni scontri con romanisti, non abbia insegnato davvero nulla. La vita spezzata di un giovane ragazzo, che si recava a vedere una partita di calcio, non ferma questo branco di bestie feroci ed assetate di sangue, che non riesce a fare niente di meglio che creare disordini e provocare danni a cose o persone. Ma resta un altro interrogativo senza risposta. La polizia polacca e quella napoletana si sono tenute in stretto contatto poiché era prevedibile un assalto dei tifosi polacchi.

 

Ebbene le forze di polizia polacca hanno segnalato la presenza di un centinaio di tifosi violenti, già tristemente noti in patria. La domanda è: perché è stato permesso a questi delinquenti di partire alla volta dell’Italia, sapendo che le loro intenzioni erano assolutamente bellicose e violente? Una domanda che resta purtroppo senza risposta, se non credere che il calcio è un giocattolo ormai rotto nelle mani di pochi facinorosi, violenti e criminali.

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