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Addio ad Azeglio Vicini, l’uomo delle notti magiche e del sogno mondiale spezzato

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Nel week-end calcistico appena trascorso sui campi di serie A si è osservato un minuto di silenzio in onore di Azeglio Vicini, ex allenatore morto all’età di 84 anni nella sua casa di Brescia. Fu un discreto ex calciatore, ed intraprese molto presto l’attività di allenatore. Dopo aver allenato il Vicenza, la Sampdoria ed il Brescia approdò alla Nazionale italiana, che guidò dal 1986 (quando subentrò a Bearzot) fino al 1991. La prima grande competizione che affrontò Vicini fu l’Europeo dell’88 in Germania, quando portò l’Italia fino alla semifinali dove i suoi uomini furono piegati dall’URSS per 2-0. La sua figura però è legata soprattutto ad Italia ’90, il Mondiale delle notti magiche. Pur impostando un gioco prevalentemente all’italiana, quell’Italia riuscì a esprimere un gioco estremamente frizzante e spettacolare, grazie al talento di giocatori come Baggio, Vialli, Giannini, Donadoni, ecc. Nonostante le tante bocche di fuoco a brillare ad Italia ’90 fu però Schillaci, che dopo una buona stagione al suo primo anno di Juventus fu convocato da Vicini. Il tecnico cesenate gli diede fiducia, che l’attaccante ripagò con 6 gol assicurandosi addirittura il titolo di capocannoniere. Purtroppo l’Italia di Vicini dovette arrendersi all’Argentina di Maradona ai rigori, frantumando il sogno mondiale.

 

Vicini continuò ad allenare la Nazionale dopo l’ottimo Mondiale, ma non riuscì a raggiungere la qualificazione agli Europei ’92 giocati in Svezia. Il suo posto fu preso da Sacchi, mentre Vicini concluse la sua carriera di allenatore sulle panchine di Cesena ed Udinese. Il suo ricordo sarà indissolubilmente legato a quel Mondiale ’90, stregato ma allo stesso tempo magico, che fece sognare una Nazione intera.

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