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La zanzara che trasmette febbre gialla e zika può arrivare anche in Europa a causa del clima

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Zanzara Tigre
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Zanzara Tigre

Le zanzare sono vettori di pericolose malattie infettive. Questi insetti almeno al momento non risultano diffusi ancora in Europa, tuttavia negli ultimi anni i cambiamenti climatici in atto hanno prodotto le condizioni ambientali favorevoli perché le zanzare portatrici di malattie infettive possano svilupparsi. In questo senso la zanzara Aedes aegypti che trasmette pericolose malattie infettive, quali la febbre gialla e il virus zika, potrebbe arrivare in Europa. L’allarme proviene dal European Centre for Disease Prevention and Control, Ecdc. Per il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie la zanzara Aedes Aegypti sarebbe ormai alle porte del vecchio continente. D’altronde già a partire dal 2007, la specie è stabilita nella regione estrema portoghese di Madeira e in tutto il Mar Nero ed inoltre a Madeira, la Aedes aegypti è stata il vettore dell’epidemia di dengue del 2012-2013. Inoltre gli esperti sottolineano che nel 2017 è tornata in Egitto ed è stata ritrovata anche nelle Canarie. Tuttavia alcune zanzare, che tra le altre malattie infettive trasmettoo anche la malaria potrebbe essere utilizzate proprio pèer eliminare la malaria. Uno studio condotto dall’Imperial College di Londra potrebbe porre le basi per l’eradicazione di questa malattia grazie all’utilizzo delle zanzare ogm, ovvero modificate geneticamente. In pratica alcune zanzare di sesso maschile sono state modificate geneticamente in maniera tale da trasportare un gene in grado di trasmettere la sterilità alle femmine, ovvero in grado di interrompere quindi la produzione delle uova. Questi geni in grado di provocare la sterilità saranno modificati con la speciale tecnica denominata CRISPR/Cas9 che consente di effettuare dei “tagli” di alcune parti specifiche di Dna. Negli esperimenti effettuati questo gene per l’infertilità è stato trasmesso a oltre il 90% della prole, sia a esemplari maschi che femmine.

 

Tuttavia come spiegato dai ricercatori ci sono ancora molti passi da fare e la tecnica potrebbe diventare operativa non prima di una decina d’anni.

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