Loading...

Archeologia Perù: scoperte linee più antiche di quelle di Nazca

0
582
Perù archeologia. scoperte linee più antiche di quelle di Nazca
Loading...
Loading...

Perù archeologia. scoperte linee più antiche di quelle di Nazca

Un gruppo di ricercatori coordinato da Charles Stanish, dell’università della California, dipartimento di antropologia, ha scoperto in Perù alcuni geoglifi che sarebbero antecedenti alle linee di Nazca, considerati i disegni più antichi impressi dall’uomo sul terreno.

La scoperta è stata effettuata sulla costa meridionale in Perù. nella valle Chincha. Secondo gli studiosi risalirebbero al tardo periodo della civiltà Paracas ossia tra l’800 e il 100 prima di Cristo. Gli studiosi hanno individuato 5 tumuli cerimoniali da cui si dipartono 71 linee che si estendono per migliaia di metri arrivando a coprire una superficie di circa 40 chilometri quadrati. Una altra particolarità osservata dagli archeologi è che queste linee convergono tutte verso il punto del tramonto del solstizio invernale australe, che cade il 21 giugno.

Secondo gli studiosi questi segni sarebbero da correlare a indicazioni di tipo astronomico per cui lascerebbero supporre che la popolazione avesse già un notevole bagaglio di conoscenze astronomiche.

Gli archeologi scavando in 3 dei 5 tumuli sono riusciti a datarli per stabilire l’età dei manufatti, che viene fatta risalire a circa tre secoli prima della civiltà Nazca che invece è sorta solo dopo il primo secolo dopo Cristo.

Quella dei Paracas in effetti fu la prima popolazione a insediarsi lungo la costa meridionale del Perù. I Paracas erano soliti costruire una sorta di collinette cerimoniali nei pressi delle loro case e soprattutto si servivano delle rocce circostanti per la realizzazione dei geoglifi.

Ma cosa ritraggono gli oltre 800 geoglifi (con 13mila linee) della civiltà Nazca? i soggetti sono profili di animali stilizzati che arrivano anche a 180 metri e che coprono una estensione complessiva di oltre 50 chilometri quadrati. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze americane (PNAS).

Loading...
Loading...