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Gran Bretagna: altri due casi di “varicella delle scimmie”

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E’ una malattia infettiva emergente nel Nord America e ora nel Continente europeo. A Londra ad altre due persone è stato diagnosticato il ” vaiolo delle scimmie “. Lo ha confermato l’Agenzia di assicurazione sanitaria del Regno Unito (UKHSA).La coppia vive nella stessa casa e non è imparentata con l’altra persona a cui è stata diagnosticata la malattia in Inghilterra all’inizio di questo mese.

L’infezione virale è simile al vaiolo umano e di solito provoca una malattia lieve, con la maggior parte delle persone che guarisce entro poche settimane. Una delle ultime persone risultate positive è in cura presso l’Unità di Malattie Infettive del St Mary’s Hospital, l’Imperial College Healthcare NHS Trust di Londra. Tuttavia, l’altra persona è isolata e non ha bisogno di cure ospedaliere, ha affermato l’UKHSA. Funzionari sanitari affermano di aver avviato un’indagine su come si sono sviluppati i casi. Hanno anche confermato che le persone che potrebbero aver avuto stretti contatti con le due persone sono state informate e hanno ricevuto consigli sanitari.

Cos’è il “vaiolo delle scimmie”? L’infezione virale di solito provoca una malattia lieve e la maggior parte delle persone guarisce entro poche settimane ed è simile al vaiolo umano. I primi sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena ed esaurimento. Tuttavia, alcune persone possono ammalarsi gravemente. La malattia può essere trasmessa attraverso uno stretto contatto con una persona infetta, ma il rischio di trasmissione alla popolazione generale è molto basso.

Il dottor Colin Brown, direttore delle infezioni cliniche ed emergenti presso l’Agenzia di assicurazione sanitaria del Regno Unito, ha dichiarato: “L’UKHSA e il NHS hanno stabilito e solide procedure di controllo delle infezioni per i casi di malattie infettive importate e saranno rigorosamente rispettate”. Secondo Public Health England, il vaiolo delle scimmie è stato scoperto per la prima volta nel 1958 quando sono comparsi focolai di vaiolo nelle scimmie tenute per la ricerca. Il primo caso umano è stato segnalato nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Il 3 dicembre 2019, a un paziente è stato diagnosticato il vaiolo delle scimmie in Inghilterra e altri due casi sono stati registrati in Israele nel 2018 e a Singapore nel 2019.

Nel dettaglio, come riporta il sito di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, il vaiolo delle scimmie è una rara malattia virale che si trova per lo più nei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Viene chiamata vaiolo delle scimmie perché fu scoperta nelle scimmie da laboratorio nel 1958. In seguito, studi su animali in Africa hanno riscontrato evidenze virologiche d’infezione in scoiattoli, che si ritiene svolgano un ruolo importante come ospiti naturali della malattia. Studi di laboratorio hanno inoltre dimostrato che l’infezione da vaiolo delle scimmie può verificarsi anche in ratti, topi e conigli. Nel 1970, il vaiolo delle scimmie è stato identificato come la causa di una malattia degli esseri umani simile al vaiolo in località remote dell’Africa. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni). Dopo l’eradicazione del vaiolo umano, nel 1980, il monitoraggio sul vaiolo delle scimmie è continuato dal 1981 al 1986, nella Repubblica Democratica del Congo, con l’identificazione di 338 casi, con un tasso caso-fatalità del 9,8 per cento per persone non precedentemente vaccinate contro il vaiolo.

Il vaccino antivaioloso è stato dimostrato efficace all’85 per cento nel prevenire la manifestazione umana di vaiolo delle scimmie. Nel febbraio 1997, furono identificati, sempre nella Repubblica Democratica del Congo, 88 casi di eruzione cutanea febbrile che si erano manifestati nel corso dell’anno precedente in 12 villaggi della Katako-Kombe Health Zone. I primi dati raccolti nel corso di questa epidemia suggerivano una catena di contagio da uomo a uomo e hanno dato il via a uno studio epidemiologico a cura dei CDC americani, dello European Programme for Intervention Epidemiology Training e della OMS. Lo studio ha confermato la trasmissione umana del virus, probabilmente facilitata rispetto ai decenni precedenti dalla più alta percentuale di persone suscettibili in quanto non preventivamente vaccinate contro il vaiolo, dopo che l’eradicazione di questa malattia ha portato alla sospensione della vaccinazione di massa.

Ai primi di giugno del 2003, sono stati diagnosticati diversi casi di vaiolo delle scimmie in persone residenti negli Stati Uniti che si erano ammalate dopo essere state a contatto con cani delle praterie malati. E’ la prima volta che si riscontrano evidenze d’infezione comunitaria da virus del vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti ma queste infezioni hanno riguardato solo contatti con animali malati e non si è verificata una catena di trasmissione umana. Questa malattia è causata dal Monkeypox virus che appartiene al gruppo degli orthopoxvirus. Tra gli altri virus dello stesso gruppo che possono infettare gli esseri umani ricordiamo il virus del vaiolo, il vaccinia (utilizzato nel vaccino del vaiolo) e il cowpox virus.

Negli esseri umani, le caratteristiche cliniche del vaiolo delle scimmie sono simili a quelle del vaiolo. Circa 12 giorni dopo l’esposizione, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza. Nell’arco di 1 –3 giorni (talvolta anche di più) dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane.

In Africa il vaiolo delle scimmie è fatale in circa il 10% delle persone che contraggono la malattia. La mortalità per il vaiolo umano era di circa il 30% dei casi prima cha la malattia fosse eradicata. Gli uomini possono contrarre il vaiolo delle scimmie attraverso un morso o il contatto diretto con sangue, liquidi organici o lesioni di un animale infetto. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, tuttavia è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato. Inoltre, il vaiolo delle scimmie può trasmettersi tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento. Non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. E’ stato riferito che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie si riduce nelle persone precedentemente vaccinate per il vaiolo. E’ in corso di valutazione il ruolo potenziale del vaccino per il vaiolo nei pazienti esposti al vaiolo delle scimmie. Si stanno anche valutando farmaci antivirali, come il cidofovir, per il trattamento. Si tratta di un’infezione virale acuta causata dal virus del vaiolo delle scimmie, membro del genere Orthopoxvirus.

La malattia clinica, evidenzia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, presenta un’eruzione cutanea caratterizzata da lesioni pleiomorfiche che passano attraverso tutti gli stadi papillari, vescicolari, pustolari, ombelicati e di crosta che appare dopo un prodromo che include febbre, linfoadenopatia, brividi, sudori, mal di testa e tosse.

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