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Criptovalute: come difendersi dalle truffe

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Le criptovalute offrono un’interessante alternativa agli investimenti tradizionali e consentono agli investitori di diversificare il portafoglio. Purtroppo però le truffe ad esse collegate sono sempre più numerose ed è necessario fare molta attenzione.

Il termine “criptovaluta” fa riferimento a quelle valute puramente virtuali e crittografate, scambiabili unicamente per via telematica e accumulabili su particolari portafogli digitali detti wallet. La prima moneta di questo tipo, il bitcoin, è nata nel 2009 per opera di un soggetto anonimo, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ed è presto stata seguita da numerose altre, come Ether e Litecoin.

Nate per contrastare l’egemonia della moneta fiat o per rispondere ad altre particolari esigenze, le criptovalute vengono oggi utilizzate principalmente come strumenti di investimento. L’argomento delle monete virtuali risulta molto interessante e online è facile trovare numerose informazioni, nonché approfondite analisi sull’andamento dei bitcoin e di altre criptovalute, scritti da professionisti del settore.

Purtroppo non sono pochi i malfattori che hanno visto in questo strumento un modo facile per arricchirsi truffando gli investitori più inesperti e alle prime armi.

Truffe in crescita nel mercato delle Crypto

Secondo i dati riportati nell’ultimo report della FTC, la Federal Trade Commission, e riguardanti il periodo compreso tra il gennaio del 2021 e il marzo del 2022, sarebbero state ben 46.000 le denunce di truffe legate alle criptovalute. Il dato sarebbe però enormemente sottostimato in quanto la ricerca rivela che solo il 5% dei soggetti truffati sporge denuncia.

Dati allarmanti arrivano anche dalla Chainalysis, la quale, nel suo report, evidenzia la netta crescita delle crypto-scam nell’ultimo anno. Nel giro di 12 mesi, le truffe avrebbero fatto salire il giro di denaro illecito dai 7,8 miliardi del 2020 a quasi il doppio, ossia 14 miliardi di dollari, del 2021.

Di fronte a questi dati, sorge lecita una domanda: cosa fare per difendersi?

Come difendersi dalle truffe legate alle criptovalute

Difendersi dalle truffe è possibile, ma per farlo è necessario imparare innanzitutto a riconoscerle.

Tra i canali maggiormente utilizzati dagli hacker per raggiungere le persone da truffare vi sono i social, in particolare Instagram e Facebook.

Diffusi anche i falsi siti web, oggi estremamente semplici da creare, i quali mettono a disposizione spazi virtuali sui quali aprire portafogli o effettuare scambi di crypto. In genere, questo tipo di sito copia l’aspetto e il nome di siti web seri e affidabili, realmente dedicati alla compravendita di monete digitali, e mette in atto truffe di pishing, per rubare dati sensibili, o veri e propri raggiri che spingono il soggetto a creare un profilo e versare del denaro per effettuare investimenti che, a distanza di tempo, si rivelano inesistenti.

Oltre ai falsi siti, alcuni hacker creano anche false app che possono essere scaricate dagli store di Google e Apple e che, una volta individuate, vengono rapidamente rimosse, non prima di aver fatto qualche vittima.

In alcuni casi, i truffatori sfruttano anche nomi di personaggi famosi, imprenditori, influencer, al fine di conquistare la fiducia degli investitori e farli cadere nella trappola dei falsi investimenti.

Riconoscere una truffa

Per riconoscere una truffa prima di cadere nel tranello, è possibile verificare la presenza di qualche segnale d’allarme, come errori di scrittura, garanzie di guadagni molto elevati, uso di personalità famose, documenti informativi poco chiari o molto vaghi, url contenenti caratteri o scritte particolari, imposizioni contrattuali e team fantasma.

In caso di dubbi, è sempre meglio evitare di cliccare sui link, compilare form o inviare denaro. In tutti i casi, è sempre preferibile effettuare una rapida ricerca online per valutare la presenza di segnalazioni.

Nel caso in cui ci si rendesse conto di essere caduti in un tranello, sarebbe necessario bloccare immediatamente eventuali pagamenti inviati tramite carta o bonifico, sostituire le password e denunciare l’accaduto alla polizia o ad altri organi competenti.

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