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Pomodori: una lunga avventura prima di finire sulle nostre tavole

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I pomodori, poco dopo la loro introduzione nel mondo occidentale, furono a lungo considerati un frutto velenoso.

Dopotutto, il rosso in natura di solito significa pericolo. Considerato anche un alimento “peccaminoso” per le sue blande proprietà afrodisiache, il pomodoro non conobbe una fama particolarmente lusinghiera tra il 1500 e il 1800.

Oggi sappiamo che sono tutt’altro che dannosi. Eppure per secoli questi frutti rossi sono stati ampiamente considerati non adatti al consumo umano.

Un processo al pomodoro

Quindi, considerando il contesto, e ben sapendo quanto la gente di Salem amasse i processi, non dovrebbe sorprendere che perfino i pomodori furono processati nel tribunale della città nel 1820, per rispondere della loro tossicità. Un uomo, il colonnello Robert Gibbon Johnson, si rifiutò di credere che il pomodoro fosse velenoso. Ogni anno, infatti, organizzava gare per vedere chi riusciva a coltivare i pomodori più grandi. Il buon colonnello offrì addirittura un premio al vincitore. Non solo, ma li mangiava anche regolarmente. Comunque sia, il grande pubblico credeva ancora che il colonnello Johnson fosse un pazzo, e che il pomodoro fosse una pianta ornamentale piuttosto che commestibile.

Sapendo che doveva essere fatto qualcosa di plateale per sedare gli animi, il colonnello Johnson camminò davanti alla folla radunata in tribunale con un cesto di pomodori in mano. Con ferrea determinazione e nervi saldi, Johnson, suscitando orrore negli spettatori, ha continuato a sbocconcellare il frutto mortale. Ne mangiò con gusto uno dopo l’altro prendendoli dal cesto. Johnson, contro ogni convinzione scientifica e religiosa del tempo, continuò il suo sano spuntino pomeridiano. Dopo questa svolta teatrale, la presunta tossicità del pomodoro venne quindi del tutto disattesa. Il pomodoro poi è diventato una pianta coltivata in quasi tutti gli orti e orgoglio della nostra gastronomia.

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