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Parkinson, le novità della ricerca: messo a punto il braccialetto per la diagnosi precoce

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Il morbo di Parkinson si caratterizza principalmente per disturbi del movimento muscolare mentre per lungo tempo le facoltà intellettive dei pazienti rimangono del tutto intatte. In una patologia a carattere neurodegenerativo risulta fondamentale quindi una diagnosi precoce. In questo senso ci sono delle novità per quanto riguarda la ricerca in Italia. L’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa si è aggiudicato il premio iNEMO design challenge”, indetto da STMicroelectronics, azienda leader a livello mondiale per la produzione di componenti elettronici a semiconduttore. I ricercatori hanno messo a punto un braccialetto, ovvero un complesso sistema di sensori composto ad anelli inerziali, che è in grado di misurare con la massima accortezza possibile il movimento e la posizione della mano e delle dita. In tal modo il braccialetto consente di individuare il deterioramento delle capacità motorie allo stadio iniziale in una fase ancora subclinica che sfugge all’osservazione del medico, consentendo quindi una diagnosi precoce della malattia. L’apparecchiatura può essere utilizzata dai pazienti anche da casa. Intanto il dispositivo viene già utilizzato presso la Neurologia dell’ospedale di Carrara (Asl1 Massa Carrara) su 150 pazienti e 100 persone sane. Lo strumento ha già fornito molte indicazioni utili sulla salute dei pazienti. Attualmente dal morbo di Parkinson non si guarisce: il trattamento farmacologico prevede la sostituzione della dopamina che consente il recupero della mobilità e quindi migliora notevolmente la vita quotidiana dei pazienti. Nei casi più avanzati che non rispondono ad alcun trattamento farmacologico, si può ricorrere all’intervento chirurgico che consiste nell’impianto di elettrodi stimolanti in determinati nuclei del sistema extrapiramidale.

 

Tuttavia questa terapia va praticata in centri specializzati e solo nei pazienti gravi per i quali la terapia farmacologica non produce risultati apprezzabili in quanto l’intervento chirurgico comporta sempre un rischio di infezione e di emorragie intracerebrali.

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