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Alzheimer, da un composto nell’intestino degli squali una nuova speranza

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Alzheimer privazione sonno
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Alzheimer privazione sonno

Una ricerca condotta dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Cambridge, che ha tra gli autori anche Fabrizio Chiti del Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche dell’Università di Firenze, ha messo in evidenza che una molecola che si trova nell’intestino degli squali presenta delle proprietà molto interessanti che si potrebbero rivelare utili per la messa a punto di un farmaco per la cura di questa patologia neurodegenerativa. La molecola in questione si chiama tradusquemina. La tradusquemina in particolare potrebbe impedire gli effetti tossici prodotti dagli aggregati B-amiloidi. Fabrizio Chiti ha spiegato che: “Questa molecola ha proprietà peculiari perché, pur non impedendo l’aggregazione del peptide β-amiloide, riduce il tempo di vita degli aggregati intermedi ritenuti tossici, effetto benefico che va ad aggiungersi alla sua capacità diretta di neutralizzare tali aggregati intermedi quando questi si formano”. L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che colpisce le facoltà cognitive, in particolare la memoria. Per questo motivo viene definita anche come la malattia che ruba i ricordi.

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