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Banconote: come risolvere il problema del sebo

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Sulle banconote, che ogni giorno per anni passano di mano in mano, a causa del sebo umano, si accumula una patina giallastra che col tempo finisce per renderle inutilizzabili.

Proprio a causa di ciò ogni anno le banche centrali sono costrette a sottrarre dalla circolazione diversi miliardi di euro in cartamoneta e quindi a stampare nuove banconote. Oltre al costo effettivo di questa nuova immissione di denaro in circolazione si somma anche quello relativo allo smaltimento delle banconote ritirate dal mercato.

Due ricercatori americani, Nabil Lawandy e Andrei Smuk, avrebbero però scoperto un metodo originale per “sgrassare” l’unto del sebo depositato sulle banconote. I due studiosi hanno spiegato di essere riusciti a trovare una soluzione utilizzando l’anidride carbonica allo stato supercritico. In tal modo sono riusciti a lavare diverse banconote senza alterare in alcun modo i segni identificativi per la sicurezza nella circolazione delle stesse, quali gli ologrammi e gli inchiostri fosforescenti.

In sostanza i due studiosi hanno utilizzato la CO2 supercritica, ovvero il biossido di carbonio alla temperatura di 31,1 gradi centigradi e una pressione di 73,8 bar, che viene già utilizzato come solvente in quanto non è tossico, nè inquinante ed è economico, per cui consente sia di risparmiare evitando di mettere nuovo denaro contante in circolazione e sia perché in tal modo si eviterebbe di dover smaltire la cartamoneta ritirata rispettando così anche l’ambiente. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Industrial & Engineering Chemistry Research.

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