Cancro prostata: una sostanza prodotta dalle api ha un effetto anti-tumorale

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Ape sciame

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Una ricerca del Ben May Department for Cancer Research e dell’Institute for Genomics and Systems Biology, coordinata dal professor Richard Jones, e pubblicata da Cancer Research ha messo in evidenza come l’impiego della propoli, una sostanza naturale prodotta dalle api per difendere l’alveare, possa rivelarsi utile nel contrastare l’insorgenza del cancro alla prostata.

La propoli in realtà è nota alla scienza medica già da anni per le sue proprietà antinfluenzali, antimicotiche, antiossidanti e anche come immunostimolante. Ora già alcuni studi avevano evidenziato che l’estratto etanolico di propoli svolgesse un’attivittà anti-cancro, in particolare si era rivelato utile contro il cancro della pelle e del colon.

La sostanza presente nella propoli con una più spiccata azione antitumorale è il CAPE, l’estratto di propoli a base di estere feniletilico dell’acido caffeico, da cui la ricerca ha preso le mosse. L’equipe del dottor Jones ha quindi somministrato l’estratto a cavie animali, topi affetti da cancro alla prostata. A sei settimane dall’impiego dalla somministrazione risultava una riduzione fino al 50% della velocità di espansione del tumore.

Il dottor Jones così spiega i risultati ottenuti: “Pare che il CAPE interrompa sostanzialmente la capacità delle cellule tumorali dii avvertire che c’è del possibile nutrimento per loro. Si fermano tutte le segnature molecolari che suggerirebbero che questo nutrimento c’è, così le cellule non hanno più una risposta proliferativa alla nutrizione“.

In sostanza la propoli pur non uccidendo direttamente le cellule cancerose, riuscirebbe però a rallentare la loro velocità di crescita, dimostrandosi una valida risorsa terapeutica da affiancare alle terapie tradizionali per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore alla prostata.