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USA – Primo trapianto al mondo su un 57enne del cuore di un maiale geneticamente modificato

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Pietre nello stomaco
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Pietre nello stomaco

USA – Primo trapianto al mondo su un 57enne del cuore di un maiale geneticamente modificato. Il trapianto di maiale è stata l’ultima speranza per salvare la vita dell’uomo

David Bennett, un americano di 57 anni, è la prima persona al mondo ad avere un trapianto del cuore di un maiale geneticamente modificato. Le condizioni del paziente sono buone tre giorni dopo l’operazione sperimentale di sette ore, eseguita dai medici dell’Università del Maryland Medical Center di Baltimora.

Il trapianto di maiale è stata l’ultima speranza per salvare la vita dell’uomo, anche se non è ancora chiaro quale sia la sua aspettativa di vita ora. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha concesso un’autorizzazione speciale per il trapianto rivoluzionario sulla base del fatto che il paziente sarebbe altrimenti morto.

I suoi medici, guidati dal professor Bartley Griffith della University of Maryland School of Medicine, sperano di aprire la strada a un nuovo tipo di trapianto che salverà la vita di molte persone in tutto il mondo a causa della mancanza di organi umani adeguati per il trapianto. Molte persone in lista d’attesa per i trapianti, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, muoiono ogni anno prima di poter ottenere l’organo vitale di cui hanno bisogno.

Il trapianto animale (xenotrapianto), sperimentato per la prima volta negli anni ’80, mira a soddisfare la crescente domanda. Le valvole cardiache di maiale sono state trapiantate per decenni. Lo scorso ottobre è avvenuto a New York il primo trapianto di rene di maiale con successo in un uomo cerebralmente morto senza speranza di guarigione. Nel caso di Bennett, che soffriva di gravi malattie cardiache, c’è la speranza che guadagnerà diversi anni di vita, cosa che deve essere confermata. Il maiale da cui è stato ricavato il cuore era stato precedentemente geneticamente modificato dalla società di biotecnologia americana Revivicor (una sussidiaria di United Therapeutics), al fine di inattivare alcuni dei suoi geni, il che potrebbe aver portato al rigetto dell’organo come corpo estraneo dal corpo del paziente. I medici hanno detto che era troppo presto per dire con certezza che il trapianto ha avuto successo e che il cuore dell’animale avrebbe funzionato nel corpo umano senza problemi. I giorni e le settimane seguenti sono considerati critici.

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