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Il calcio: un romanzo popolare che ci racconta

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Calciomercarto 2020

Pier Paolo Pasolini sosteneva che il calcio fosse l’ultima rapresentazione sacra dei nostri tempi. In effetti riesce difficile dare torto al poeta e scrittore friulano, in quanto effettivamente questo sport rimane uno dei pochi spettacoli realmente in grado di polarizzare l’attenzione del pubblico, come un magnete. Gli sport alimentano un forte campanilismo, che è poi espressione di una identità molto definita, attaccamento alle radici, che finché rimane nei binari della sportività è sempre bene accetto.

Qual è lo sport più seguito in Italia?

Come riporta l’infografica di ExpressVPN sugli sport più seguiti in Italia, tenendo conto di Google trend, il calcio rimane lo sport che appassiona di più in Italia. A seguire i motori, il tennis e il basket. Negli ultimi anni sta guadagnando punti uno sport come il tennis, che in quanto a gradimento ha superato anche la Formula 1 e il moto Gp grazie alle vittorie di Matteo Berrettini e Jannik Sinner.

Il calcio: non solo sport

Il calcio indubbiamente è un fenomeno culturale che dice molto dell’antropologia degli italiani, evidenzia la necessità atavica di parteggiare gli uni contro gli altri, di dividersi in guelfi e ghibellini. Il sentimento per la propria squadra del cuore talvolta può essere anche più forte che per la squadra nazionale perché è più radicato. Si tende a tifare per la squadra in cui si è nati che il papà magari ci portava a vedere allo stadio quando eravamo piccoli. In questo caso è una fede sportiva ereditata per così dire. Talvolta invece per ragioni soggettive può folgorarci una squadra che non è della nostra città, in questo caso la motivazione del tifo nasce da una scelta precisa, elettiva. In questo senso la Juventus conta molti tifosi, anche fuori da Torino. D’altronde in Italia è la squadra più titolata di tutte. Nella bacheca dei bianconeri fanno bella mostra  70 trofei che derivano da competizioni nazionali e internazionali: solo in Italia i bianconeri hanno vinto 36 scudetti, 14 Coppe Italia e 9 Supercoppe italiane. Nel palmares della Juve figurano anche 2 Champions e 3 Coppe Uefa. La Juventus resta quindi la squadra con più tifosi iscritti al club. Oltre alla Juve, al Nord l’Inter e il Milan si spartiscono il resto dei tifosi, mentre in Campania il Napoli è la squadra più seguita. Complice forse anche le recenti delusioni nelle ultime stagioni dei bianconeri, e di contro invece una netta crescita dei rossoneri, il Milan ha guadagnato punti rispetto alla Vecchia Signora in termini di popolarità. Piccola digressione sui partenopei. A riprova di una identità particolarmente forte della squadra campana, va detto che mentre le grandi città hanno due squadre che la rappresentano ad esempio a Torino, la Juventus e il Torino, a Milano il Milan e l’Inter, a Roma la squadra capitolina e la Lazio, nella città di Napoli l’identificazione dei napoletani con questa città è viscerale e totale, per cui sarebbe impossibile ammettere la presenza di un’altra squadra a rappresentare la città.

Il calcio ci racconta

Il calcio contribusce quindi in qualche modo ad offrire uno spaccato dell’Italia, a raccontare in qualche modo il Belpaese nei suoi eccessi, nei suoi difetti, ma anche i sentimenti genuini della passione sportiva. Ma perché il calcio piace tanto? perché accade di identificarci con alcuni calciatori al punto da eleggerli a veri e propri idoli consacrati nei poster della nostra stanza da adolescenti a cui tributare una devozione da santini? Soprattutto da giovani, quando siamo chiamati a  scegliere come vivere la nostra vita, andiamo alla ricerca di esempi e modelli. Nel calciatore in questo senso, oggi sempre più raramente, può vedersi la proiezione della figura di un eroe antico oppure di un cavaliere medievale senza macchia e senza paura. Insomma i giovani possono proiettare nei calciatori che eleggono a modelli le loro aspirazioni più nobili ed ideali. In verità al giorno d’oggi, considerando che il calcio è diventato un vero e propro businnes e di bandiere, salvo rari casi, non ne esistono più, è più raro che ciò possa accadere. Dicevamo che un giovane, ad esempio può ritrovare in un calciatore alcune qualità positive che appartengono anche all’eroe. Passiamone in rassegna alcune.

Calciatori come eroi moderni

Certo il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” scriveva Alessandro Manzoni nel capitolo XXV de” I Promessi Sposi a proposito di Don Abbondio, un curato pusillanime. Il coraggio in effetti è un attributo tipico dell’eroe che i giovani proiettano anche nei calciatori. Ad esempio è tale l’attaccante che non ha paura dei contrasti, che battaglia sempre su ogni pallone, la cui generosità estrema, se non temperata, talvolta può portarlo a infortunarsi. Coraggio però non deve fare rima con sconsideratezza.

La pazienza

E’ questa un’altra virtù importante per un calciatore e in generale nella vita. Soprattutto quando si è giovani si vorrebbero subito mettere in mostra le proprie qualità, in realtà bisogna sapere attendere il momento giusto. L’allenatore e la vita sicuramente ci darà la nostra occasione.

La lealtà e lo spirito sportivo

Il rispetto per gli avversari. E’ un tratto comune anche all’eroe. L’altro è un avversario con cui misurarsi e provare a prevalere, ma non un nemico da abbattere. Corrisponde al concetto di lealtà sportiva, oggi in questo senso va tanto di moda la parola fair play che potremmo tradurre con correttezza. Nel calcio, ma nello sport in generale, è fondamentale non temere ma rispettare l’avversario.

Capitano, mio capitano

Il capitano è colui che prende le redini della squadra, non è necessariamente il giocatore più forte, ma è quello che ha le doti spiccate del leader che tutti gli riconoscono. Fa valere le ragioni della squadra in ogni frangente della partita, interviene quando vi sono episodi di gioco controversi e si pone quindi quale interlocutore riconosciuto per parlamentare con l’arbitro. Il capitano è di esempio e modello, a lui ci si ispira per migliorarsi. Sa come incoraggiare chi è reduce da una prestazione mediocre, ma anche spronare chi si adagia e potrebbe dare di più. Il capitano sa sempre come mantenere alto il morale della squadra.

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