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Boschi, le ultime novità sul Jobs act e la polemica con Landini: “Il governo non accetta lezioni di moralità da nessuno”

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Maria Elena Boschi ministro
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Maria Elena Boschi ministro

Portare avanti un processo di riforma in qualsiasi ambito in questo Belpaese è sempre difficile perché bisogna imparare a fare i conti contro i mulini a vento di donchicciottesca memoria.

In tal senso va letta e inquadrata la querelle tra il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi e il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini. Il sindacalista aveva avuto parole molto dure nei confronti del governo Renzi di cui aveva detto che: “non ha il consenso delle persone oneste ed un governo che non punta sul Mezzogiorno non va da nessuna parte“. Qualche ora dopo il sindacalista ha corretto il tiro: “Se non sono stato chiaro me ne scuso e ritiro. Volevo dire che la maggioranza delle persone che lavorano, i giovani, i precari, non sono d’accordo con le politiche che il governo sta facendo“.

Il dietrofront non è però servito a svelenire questo clima di tensione tra governo e sindacati sulla questione del lavoro e del Jobs act. D’altronde questa sarà una settimana decisiva in quanto da oggi il Jobs act è in discussione alla Camera.

Non si è fatta attendere la risposta piccata da parte del ministro Boschi: “Credo che questo Governo, che ha istituito un’autorità anticorruzione, non accetti lezioni di moralità da nessuno. Credo che Landini stia spostando lo scontro sul piano ideologico, perché nel merito del Jobs Act ha poco da dire e quindi sposta l’attenzione su un altro piano”.

Il ministro poi a proposito delle polemiche interne nel partito democratico ha dichiarato: “Non c’è alcun rischio di scissione e non ci sarebbe né nel caso di fiducia né nel caso in cui la fiducia non venisse posta, come è probabile, perché non è scontato che ci sia la richiesta di fiducia. Credo che il Pd continuerà il proprio impegno per il bene dei cittadini”.

Riguardo alle riforme, il ministro Boschi si dice fiduciosa che il piano delle stesse presentato dal governo riuscirà a ricevere l’approvazione del parlamento entro i tempi convenuti. Ci sia consentito chiosare il bailamme della politica e dei suoi teatrini quotidiani, triti e ritriti, con un aforisma di Prezzolini, che mise a fuoco una delle caratteristiche principali del nostro Paese: “In Italia nulla è stabile fuorché il provvisorio“.

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